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Trento, 24 luglio 2007
Osservazione sulla seconda adozione del Piano urbanistico provinciale
presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino

Premesso che

nella relazione al PUP, approvato in seconda adozione dalla Giunta provincia sono apparse alcune valutazioni tecniche che hanno integrato il capitolo relativo alla mobilità.

Al paragrafo “9.4.2 Reti per la mobilità” si legge ora che “il tema delle reti per la mobilità, in quanto questione complessa, è affrontato dal PUP attraverso la previsione di un modello sistemico, ovvero introducendo un metodo di programmazione ed elaborazione delle scelte, espresso dalla relazione, dalla cartografia e dalle norme del Piano. In tal modo il PUP propone, in termini di sostenibilità, il quadro delle esigenze di interconnessione tra il Trentino, il resto d’Italia e l’Europa nonché l’obiettivo di integrazione della mobilità interna con le dinamiche economiche del territorio attraverso una metodica tecnicoprogettuale mirata al calibrato inserimento di ogni asse infrastrutturale nello specifico contesto. Il disegno si propone, su scala provinciale, di migliorare le relazioni esterne e interne attraverso l’individuazione dei “corridoi infrastrutturali” di interconnesione con le regioni limitrofe nonché di integrazione interna. La relazione del Piano chiarisce gli obiettivi e le strategie di livello provinciale che sottendono a tali corridoi, definendo il metodo per l’elaborazione delle possibili scelte in termini di processo sia progettuale che di partecipazione. Il PUP, strumento di governo del territorio provinciale, prefigura il quadro di riferimento per la valutazione delle esigenze e dei limiti territoriali nonché per l’individuazione di soluzioni, rapportate a una considerazione complessiva del modello di mobilità (stradale e ferroviaria). Il Piano indica quindi il metodo per la definizione delle scelte, al fine dell’approfondimento di tutti gli aspetti e la partecipazione degli interessi coinvolti.

Tale innovazione del PUP si declina non solo nei corridoi infrastrutturali ma anche nei collegamenti funzionali, che alla scala di valle sono finalizzati ad adeguare la mobilità nei territori….

“Rispetto all’obiettivo dell’integrazione territoriale interna il PUP individua cinque corridoi interni 1. Trento – Valsugana
2. Valsugana – Primiero
3. Valsugana – Valle di Fiemme – Valle di Fassa
4. Rotaliana – Valle di Non – Valle di Sole
5. Rovereto – Alto Garda – Giudicarie

che intendono delineare un modello di mobilità alternativa orientato all’integrazione dei territori, alla razionalizzazione dei traffici e al contenimento dell’inquinamento atmosferico. Le esigenze di governare il pendolarismo, le modalità di spostamento delle persone e delle merci nonché di misurare la compatibilità ambientale dei traffici in sintonia con l’obiettivo di favorire l’integrazione dei territori, sono alla base della riflessione, scaturita anche dalle osservazioni presentate in tema di mobilità, della scelta del PUP di adottare un sistema di mobilità in cui il rapporto equilibrato tra strada e ferrovia risponda all’obiettivo di riduzione degli impatti ambientali e al miglioramento dell’integrazione e dell’attrattività dei territori.

Nel caso dei corridoi interni il Piano della mobilità integrata, corredato da valutazione strategica e bilancio ambientale, e sottoposto a una specifica procedura di approvazione che assicura il confronto e la partecipazione, ha effetto di variante alle previsioni del PUP.

Per il resto le strategie della mobilità pubblica, finalizzate alla mobilità nei territori sono previste nel Piano urbanistico provinciale attraverso gli assi principali o di valle. Tali assi si configurano come elementi strutturali rispetto ai Piani territoriali delle Comunità, in quanto il loro sviluppo e la conseguente gestione passa attraverso la verifica della relativa capacità di connessione con gli insediamenti, le attività produttive e le altre infrastrutture presenti in ogni realtà di valle. Sugli assi di valle insistono quindi le reti locali, funzionali al collegamento anche delle aree più periferiche del Trentino. Inoltre, nell’ottica del riconoscimento del valore delle reti di valle e della loro salvaguardia, rispetto ad esempio al problema della costante erosione delle fasce di rispetto stradali da parte di nuovi insediamenti, il PUP riconosce tali reti come elementi fondanti dell’Inquadramento strutturale. Sotto il profilo dei contenuti cartografici e disciplinari del Piano gli assi di valle, a seconda del grado di approfondimento progettuale, sono rappresentati dai collegamenti funzionali e dai tracciati stradali e ferroviari, articolati in previsioni di progetto, di potenziamento o esistenti”.

Si rileva e propone la seguente osservazione

“Il corridoio n. 5 della Fig. 9.4.2 appare individuato troppo approssimativamente. E’ inimmaginabile che si possano collegare le Giudicarie con Trento su ferro via Arco scordandosi delle Giudicarie Esteriori, che sono il bacino che ospita il maggior numero di giudicariesi (in senso lato, cioè delle quattro valli) che quotidianamente gravitano sul capoluogo per lavoro, studio, attività socio-sanitarie, eccetera. E che ospitano una delle più importanti stazioni turistiche del Trentino, le Terme di Comano, che basano la loro offerta sulla qualità dell’ambiente e del territorio che proprio con opere di questo genere si intende valorizzare. Per Comano sarebbe un obiettivo di prestigio poter essere raggiunta con la ferrovia: la località ne guadagnerebbe in vivibilità ma anche in attrattività e notorietà. Sarebbe altrimenti forzato immaginare che da Ponte Arche sia necessario andare a Tione (su gomma) per prendere un treno che, per andare a Trento, passa per Arco…  Se si potesse realizzare una nuova linea ferroviaria – auspicabile – tra Tione e Trento, a nostro parere sarebbe utile farla passare non solo per Ponte Arche – Terme di Comano, ma anche per la Valle dei Laghi (quantomeno con parcheggi di interscambio e fermate a Sarche ed a Vezzano), valle che negli ultimi anni è diventata un vero e proprio “sobborgo urbano” di Trento. In ogni caso è fondamentale che Ponte Arche sia connesso con la linea ferroviaria.  Altrimenti è come se, prendendo ad esempio il corridoio n. 4, si collegasse la Val di Sole con la Rotaliana escludendo la Val di Non! Il corridoio n. 5 dovrebbe essere individuato cartograficamente di forma all’incirca simile al corridoio n. 4, con un’incurvatura verso nord. Il collegamento dovrebbe prevedere dunque un’asse ovest-est da Tione a Ponte Arche-Terme di Comano, per poi virare a sud verso Arco, luogo da cui dovrebbe dipartirsi la linea diretta ad est verso Rovereto. Stante le previsioni dei tempi affermati nello studio sul quale si è basata la Giunta provinciale per introdurre le ipotesi dei nuovi corridoi, sarebbe dunque immaginabile percorrere il tragitto Ponte Arche – Arco – Rovereto – Trento in meno di 35 minuti! E’ dunque opportuno che già in questa fase di definitiva adozione del PUP, nella cartografia dell’inquadramento strutturale e nella figura 9.4.2 il tragitto del corridoio ferroviario interno n. 5 sia indicato nel modo più opportuno, come sopra descritto”.

Con l’auspicio che l’osservazione sia accolta.

Cons. prov. dott. Roberto Bombarda

 

     

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